Campione di InnovAzioni Grandi Aziende 2015

L’imprenditore

Fortunato Amarelli, laureato in Giurisprudenza a Siena, ha proseguito la sua formazione alla scuola di direzione aziendale (SDA) dell’Università Bocconi di Milano. Si è poi occupato degli aspetti commerciali nel sud Italia: è stato eletto nel consiglio direttivo dell’AIDAF e in quello dell’Unione Imprese Storiche Italiane, cooptato nel consiglio direttivo della Banca d’Italia sezione Calabria e nominato Presidente di Confindustria Cosenza. Dal 2004 è Amministratore delegato di Amarelli Fabbrica di Liquirizia, che opera dal 1731. L’azienda, una delle poche ancora attive nel mondo, ha contribuito sensibilmente, anche grazie alla realizzazione del museo della liquirizia (secondo museo d’impresa più visitato d’Italia), al recupero di una tradizione dolciaria tutta italiana che stava per scomparire.

Fortunato Amarelli

L’azienda

Una lunga storia fatta di passione, cultura, impresa e tradizione che affonda le sue radici a Rossano, nella terra di Calabria. Antichi documenti attestano che già intorno al 1500 la famiglia Amarelli commercializzava i rami sotterranei di una pianta che tutt’ora cresce in abbondanza nei suoi latifondi: la liquirizia, dall’allettante nome scientifico di Glycyrrhiza Glabra, cioè radice dolce.
Nel 1731, per valorizzare al massimo l’impiego di questo prodotto tipico della costa ionica, gli Amarelli fondarono un impianto proto-industriale, detto “concio”, per l’estrazione del succo dalle radici di questa benefica pianta. Nascono cosi le liquirizie, nere, brillanti, seducenti, gioia dei bambini, ma anche, soprattutto, di adulti che amano i piaceri di una vita sana e naturale.

L’innovazione

La famiglia Amarelli, mantenendo intatto il gusto di questo prodotto unico della tradizione dolciaria Italiana, ha dovuto superare tre secoli di costanti e radicali trasformazioni, solo il forte approccio innovativo, comune a tutti nelle undici generazioni che si sono succedute nella gestione dell’azienda, ha reso possibile questo piccolo miracolo di persistenza. Negli archivi della famiglia una storia di grandi e piccole innovazioni dai consorzi antelitteram per la vendita all’estero, al marketing differenziato per Paese con la liquirizia lealmair anagramma del nome amarelli, dai libri contabili editi a stampa all’istallazione, per primi nel proprio settore, di  una caldaia a vapore, ai computer agli inizi degli anni ottanta, fino al primo website che andò online nel 1996 a solo un anno dalla liberalizzazione di internet. Per raccontare questa storia davvero unica, la famiglia ha aperto, nell’antico palazzo sede dell’azienda, il Museo della liquirizia “Giorgio Amarelli” che ha ottenuto nel Novembre 2001, il “Premio Guggenheim Impresa & Cultura”.